Nietzsche: storia di un processo politico by Massimo Ferrari Zumbini

autore:Massimo Ferrari Zumbini
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-12-13T05:00:00+00:00

13. Gli avversari: dai «nordici» ai wagneriani

L’acquisizione di Nietzsche da parte di Baeumler e Rosenberg non copre tutto l’arco del regime, né dal punto di vista cronologico (siamo appena al 1934), né dal punto di vista dei vari filoni che convivono all’interno della «policrazia totalitaria». Per quanto importante, la recezione di Nietzsche nel nazismo non è incontrastata. La recezione positiva di Nietzsche caratterizza certamente l’immagine complessiva di Nietzsche durante il regime. Ma è necessario ricordare che durante e all’interno del regime agiscono anche correnti nettamente contrarie alla recezione di Nietzsche come precursore dell’ideologia nazionalsocialista.

Queste posizioni hanno due versanti principali: da un lato sono collegate a importanti avversari-competitori di Rosenberg come Ernst Krieck e Walter Frank, dall’altro derivano da nemici, vecchi e nuovi, di Nietzsche, come i wagneriani e gli antisemiti attivi già nel tardo Ottocento. È indispensabile tenere presente anche queste testimonianze. Non per rovesciare l’immagine consolidata (e giustificata) della recezione prevalentemente favorevole di Nietzsche nel nazismo e nemmeno per una mera esigenza di completezza. C’è una motivazione specifica: l’analisi di queste altre posizioni ci fornisce la controprova della nostra tesi sulle false deduzioni. Se ci sono autori inseriti nel regime e in alcuni casi addirittura rappresentativi del regime (cioè non studiosi isolati che scrivono durante il nazismo) i quali condannano Nietzsche in quanto colpevole di essere nemico della Germania, del nazionalismo, del razzismo e dell’antisemitismo e citano dai suoi testi per dimostrare che Nietzsche è invece un difensore dei «buoni europei» e degli ebrei, vuol dire che i falsi non hanno mai impedito una lettura diversa di Nietzsche, nemmeno da parte del nazismo.

Per inquadrare appieno l’efficacia, ma anche i limiti, dell’operazione di «innesto» di Nietzsche attuata da Baeumler e patrocinata da Rosenberg, è necessario ricordare alcuni aspetti particolari del contesto in cui avviene l’operazione e degli effetti per così dire «collaterali» che ha prodotto. Negli anni attorno al 1930 avevano trovato, nel grande arcipelago della «rivoluzione conservatrice», accoglienza politica e ampia diffusione anche altre interpretazioni di Nietzsche. Questo vuol dire che Baeumler agisce, e riesce a prevalere, in un contesto in cui si sono già posizionati diversi «concorrenti». La indefessa, alluvionale produzione di Baeumler su Nietzsche dopo l’improvvisa conversione a favore del filosofo prima criticato, è anche una «corsa» per conquistare l’egemonia nella interpretazione politica di Nietzsche (Deutungshoheit). Baumler affronta concorrenti autorevoli, che provengono in particolare dal circolo che si costituisce attorno alla figura del poeta Stefan George1.

Oggi è difficile comprendere davvero il significato e la presenza nella vita culturale tedesca di questo singolare «circolo George»2. Certamente è stato uno dei circoli intellettuali più influenti in svariati settori, nonostante gli aspetti grotteschi e preoccupanti che hanno accompagnato tutta la sua esistenza, offuscando la genesi di opere di grande valore che pure il circolo ha prodotto in numero rilevante. Da un lato gli elementi tipici di una setta, dominata dal «maestro» carismatico e dittatoriale, in cui si coltivano riti esoterici e si celebra l’eros pederastico 3. Dall’altro una produzione poetica, di critica letteraria, di interpretazioni storiche, di trasmissione culturale (da Dante a Shakespeare), che influenza anche la ricerca accademica4.

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